Er K.D.S. e la schizzata sofferta

“Bella spo!
Dall’altra parte del mezzo telematico un rimontante K.D.S.
Scusate se sono sparito ultimamente ma con fierezza ve ritorno a parla del mio raccapricciante ma sempre presente declino.

L’altro giorno me imbriaco male.

Er marciapiede chiama.

Saluto e abbandono tutti molto velocemente e goffamente come solo la regale camminata alcolica permette di fare, lasciando a vomita nel cesso del locale la mia coscienza insieme al buonsenso.
Me dirigo in zona laide.
Vista incerta e passo ballerino punto na mezza sud americana a na cinquantina de metri.
Bersaglio acquisito.
De punto in bianco me se frappone alla meta una e me chiede na sigaretta, manco la guardo, tiro dritto e vado avanti con occhio puntato sul traguardo, con superiorità la oltrepasso, con arroganza butto giù in gola uno dei pochi tiri rimasti del mozzicone che avevo in mano rispondendo con un secco e apatico”non fumo!”, lei me recupera, si affianca e me fa: “cercavo compagnia…”
Ahia.
Me blocco de colpo.
Me sale er dubbio che me so rincoglionito…”te pare che non riconosco da lontano na mestierante?” Me interrogo interiormente, poi me giro, finalmente la degno de no sguardo, a squardo da testa a piedi e ho capito perché il radar non era partito… C’aveva lo stesso outfit de mi nonna quando va a raccoje l’olive, giacchetto sintetico nero lungo imbottito con ovatta e tristezza, residuato dei gloriosi anni 90, pantalone jeans più logoro e lercio della mia dignità, scarpe adifals o similari, pure queste co più kilometri de na Mercedes classe c anni novanta targata via de salone. Faccia solcata da rughe importanti con pizzetto folto bianco sul mento, capello crespo bianco infilato dentro a no scaldacollo, occhi azzurrissimi.
Me la guardo, faccio un sorriso, raschio sul fondo della tasca per scrosta l’ultimi centesimi, abbozzo na contrattazione, je prendo la mano e je lascio sta spicciolata nel palmo dicendo con falsa e innaturale smorfia de gentilezza” te do questi pe na pompa”.
Accetta.
Me porta in mezzo ai vicoletti e me comincia a fa na pompa, demmerda, che poi pompa è n’parolone, dimo più na pippa con bacetto, inoltre me metteva fretta, se guardava paranoicamente intorno, tant’é che me stava a mette l’ansia pure a me. Avemo beccato l’unico vicoletto più trafficato de via del Corso er 24 de dicembre, ogni volta che passava uno, lei se fermava e me metteva fretta.

Je provai a tocca na tetta, me disse de no, je toccai er culo, s’offese.

Continuava a fermasse, e me metteva l’ansia, e se fermava, e ripartiva, e no, e aspè, e fermate, e non me tocca, e de qua, e de la, E VAFFANCULO! Me la levo dar cazzo e me comincio a sega da solo tirandoje n campionario de insulti e bestemmie appresso. Questa mentre si allontava stizzita, me guardava co occhi ricolmi de rancore. Riesco a famme sta cazzo de sborata più sofferta de Italia Francia 2006 salutandola cordialmente con un vaffanculo de core.
Arrivo a casa indecorosamente devastato ma con la consapevolezza nel petto che sto a tornà più depravato che mai.

Un perseverante saluto da er K.D.S.”

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