Maria, finalmente una bionda su Via Nettunense

“La settimana scorsa ho provato due new entry su Via Nettunense, e direi che dal lato della Romania ho ormai praticamente provato tutto, me rimane solo da stilare una classifica finale, anche se da alcune ho necessità, non solo fisiologica, di tornarci per rivalutarle: tipo quando a scuola te “rimandavano a settembre”, ed ecco che la scuola sta iniziando e tocca vedè se i compiti pe’ le vacanze so’ stati fatti.
Non mi soffermerei tanto su Julia, moretta veramente molto, troppo silenziosa e in grande difficoltà nella preziosa arte dello smorzacandela (vojo dì, manco s’è levata le scarpe, tutta la manovra in ginocchio, nun je la puoi fa e io mica so’ n’animale senza cuore), mentre vorrei raccontare invece il curioso e gustoso caso di Maria, finalmente una bionda su Via Nettunense.
Maria sono quasi sicuro di averla avvicinata molte volte: è una di quelle che non scendeva mai dai 30€, quindi off-limits per i miei consolidati princìpi da mignottaro. Ma io, soprattutto quando la strada scarseggia e ho voglia di nuove esperienze, il tentativo lo faccio sempre. E stavolta, sarà per l’orario, sarà per le poche presenze (l’inverno si avvicina), la trattativa si chiude subito ai canonici 20.
Prendiamo la vietta dove lei si trovava e iniziamo a girovagare sti sterrati pieni di buche. E gira qui, e girà lì, me guardo intorno e tra me e me penso… io qui ce so’ già stato, e non a mignotte!
E infatti, quando lei me dice “fermati davanti a quel cancello”, me rendo conto che sto passando proprio affianco alla macchina della mia ex, e praticamente finisco a scopare di fronte alla villetta successiva, che Maria afferma con la sicurezza di chi la sa lunga… “è abbandonata”.
Sto un pochino troppo carico e già soltanto all’orale rischio un par di volte de fa er pieno ar fragolone; poi Maria c’ha quel tocco delicato sur sottopalla che me dà quer gusto profondo de schizzata genuina. Porcoddio, avecce una così sempre a portata de cazzo, potrei lavorà nei caseifici pe la quantità de formaggio fuso che riuscirei a produrre. La interrompo e je dico de scopà, “che sennò finisce che nun faccio un cazzo”, e pe’ fortuna co’ la smorza me ripijo un pochetto e quei 4-5 minuti piacevoli me li riesce a fa passà.
“Hai visto dai, alla fine qualcosa l’hai fatta…” il suo commento a fine prestazione: sincero, puro, dolce, comprensivo.
Così, riaccompagnandola di nuovo, tra buche e dissesti, le racconto l’originalità di scopare sotto casa di una ex, tanto che abbozza pure una mezza risata, mai del tutto troppo sincera, com’è giusto che sia, è pur sempre la nostra prima volta e sta sulla difensiva.
Comunque Spò, appena c’ho tempo te scrivo dettagliatamente tutte le mestieranti della via, se ce riesco te faccio pure una mappa per gli usufruitori. Io nun lo so, forse smetto co’ sta vita… forse vorrei cercà qualcosa de diverso, forse risparmio qualche euro… insomma, sto un po’ in crisi d’identità.
Forse me passa.
Speriamo me passa.”

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