Er KDS alla scoperta dei limiti dell’anoressia

“Bella spò! So sempre er K.D.S.
C’ho un racconto dell’altra sera proprio caruccio…
Senza dilungarmi va a fini che stacco da lavoro e per un motivo o per l’altro me ubriaco malamente…me sale er mostro… ma le finanze so quelle che so, e se sa che le amiche nostre vonno i soldi e non bacetti sulle guance.
Stavo fori budget pure pe famme na pippa a fantasia.
Vabbe so per certo che l’unico posto che me poteva permettere qualcosa era il marciapiede, me faccio un paio de km a piedi, finché non becco una, o meglio, la prima… occhiometricamente stava sulla quarantacinquina d’età, bassa, brutta che pareva n’incrocio tra un corpo e na paralisi, secca che forse co du buste della spesa e na cassa d’acqua arrivava a 40kg, na faccia scavata dalla dipendenza, stava più magnata de amy whinehouse dopo che era morta da na settimana, ma soprattutto era gitana o qualcosa che je assomigliava.
Vabbe, ho pensato de approfitta della situazione.
M’avvicino e cominciamo a contratta…je dico che co lei c’ero stato un mesetto fa e non c’aveva da damme i soldi de resto, quindi mi assicurò che quando ce sarei riandato m’avrebbe fatto lo sconto.
Ce casca.
Prefetto.
10€ e vai cor tango.
Me dice de seguirla, io avevo già pensato ad una romantica pecorina in mezzo alle viette nascosti dai secchioni, co qualche passante disgustato, invece dopo 15 minuti di camminata per vicoli e vicoletti sempre più stretti, senza lampioni, conditi da puzza de piscio (e a ditte la verità me stava a salì na certa ansietta), me porta davanti na palazzina diroccata.
Apre la porta.
Entro e un raccoglicotone, nascosto la dietro, di dimensioni due metri per due, me la chiude alla spalle, er tempo de guardamme intorno e ce ne stavano tipo n’altri due co un tossico morente sul pianerottolo, na puzza de piscio e sbratto me intasa le narici, alzo gli occhi e nelle scale che salivano c’erano altri tizi, più o meno 7/8 in totale…manco a dirlo me stavano a fissa tutti, la prima cosa che ho pensato è stata “so un coglione!”… già me stava a fa male la faccia e le ossa pe tutte le botte che avrei preso.
Salgo le scale e loro se fanno da parte, senza fiatare.
Silenzio surreale.
La tizia bussa.
M’apre la porta na buzzicona co i pantaloni calati che una volta de spalle lasciavano intravede n’ammasso de cellulite strabordante, che probabilmente na volta era un culo, se butta su un divano e me intima de fa piano che voleva dormi…vabbe… l’appartamento te lo lascio immagina, carta da parati de colore e fantasia diversa ogni 20 centimetri, interior design creato dar cugino affeto da dacrifilia de Renzo Piano nei primi del 900 con successivo restiling de Bocelli dopo n’par de francobolli, entramo dentro na camera, l’effetto romantico di una bagiour era sostituito dalla sagoma de un babbo natale a led appiccicato sopra la spalliera der letto, me sciacquo le palle nel bidet, lei se comincia a spoglia.
Na volta nuda ha dato na nuova definizione alla parola anoressia.
Volume 2Ce stava er letto co na coperta croccante che più o meno c’aveva la flessibilità de na lavagna, decido che è il caso de inculammela da in piedi. Bocca niente male, tocco di classe nel mettere il guanto senza mani, se mette a pecora e non è che je se contavano le ossa…dimo che era difficile vede ndo stava la pelle. M’attacco alle “tette”, parevano du bustine de cuki gelo quando se bagnano sotto ar lavandino, a spò…erano vote! Vabbe comincio a cavalca cercando qualcosa de non spigoloso, o quantomeno vagamente morbido, per appoggia le mani, alla fine opto pe una sul fianco mio e l’altra sui reni, sempre mia. C’avevo na paura che subito se tramutò in curiosità de vede se riuscivo a spaccalla a forza de trapanate de reni, e allora mambo! Vedemo se sto residuo bellico c’ha pure l’ osteoporosi…me sale er violento e je do giù pesante…niente resiste… sta stronza… Ferito nell’orgoglio per non esse riuscito a mischiaje le costole co le vertebre a botte d’anca me rivesto, lei appena finito da na botta volante e m’accompagna alla porta. Esco lasciando sia lei che l’ippopotamo dormiente e russante sul divano. A scende le scale me se fionnano addosso parecchi dei tizi de prima a cerca de venneme qualcosa, pareva brutto non compramme niente ma oltre al fatto che de droga non ne volevo, non c’ avevo neanche due spicci, roba che manco se me avessero proposto na goleador me sarebbero bastati i soldi, me stavano a tira certe occhiate de odio misto a rancore che manco mi nonna quando je dicevo che non c’avevo fame. Riesco a divincolamme, er tossico der pianerottolo era sparito.
Esco fori e realizzo che c’era un problema, non me ricordavo come c’ero arrivato la… c’ho messo un’ora e 3 pisciate pe riuscì a capi ndo cazzo stavo.

Torno alla civiltà.

Me sogno un kebab.

Al prossimo stipendio torno a fa er borghese nel bordello.

Lucedeimieocchi me manchi.

Un magrissimo saluto da er K.D.S.”

Anoressatece:

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